Vantaggi della produzione Roboze: il sensore realizzato in PEEK che migliora le prestazioni

I sensori induttivi sono dei dispositivi che utilizzano il principio dell'induzione elettromagnetica per rilevare o misurare oggetti conduttivi, come i metalli o il carbone. Questi possono essere montati su macchine come finecorsa, fungere da sensori di posizione per il monitoraggio e il posizionamento, da generatori d’impulsi per conteggi, misuratori di distanze, velocità e molto altro.

Tipicamente i sensori induttivi contengono un oscillatore a transistor il cui consumo di corrente viene influenzato dall’approssimarsi di materiali conduttivi e poiché la loro misura non risente della presenza di sostanze che non interagiscono con il campo magnetico, questi sensori sono spesso utilizzati in ambienti umidi e ad alte temperature.

Condizioni particolarmente sfidanti si ritrovano, ad esempio, nell'industria alimentare, dove i sensori induttivi sono costantemente a contatto con detergenti aggressivi e devono resistere a shock termici importanti durante le fasi di sterilizzazione in autoclave.

In questi ambienti, l'housing del sensore è tipicamente realizzato in PEEK, materiale bioinerte, resistente a quasi tutti gli agenti organici e inorganici e in grado di lavorare a temperature superiori ai 200°C. Stampare alloggiamenti di sensori induttivi a tenuta utilizzando un materiale come il PEEK è uno dei vantaggi offerti dalle stampanti 3D Roboze: l'alta precisione e ripetibilità, riduzione di costi e tempi e internalizzazione della produzione sono benefit correlati all'utilizzo della manifattura additiva sfruttando tutte le innovazioni che Roboze fornisce ai propri clienti.

Condividi su